The rapid evolution of orographic clouds on Mars

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Il periodo dal 7 al 10 maggio 2014 scorso, è stato abbastanza positivo qui a Palermo rispetto alla visibilità dei dettagli in Alta Risoluzione. Un aspetto, questo, fondamentale per chi vuole effettuare riprese dettagliate delle superfici planetarie come queste ultime. E tuttavia, il discorso “seeing” (stabilità atmosferica) è un caso a parte, poichè dipende da molteplici fattori ultimo dei quali le turbolenze indotte a livello locale.

Fatta questa piccolissima premessa, vi presento questa mini-sequenza ritraente il pianeta Marte nei giorni 7 – 9 – 10 maggio scorsi (il migliore dei quali il 9, con punte di seeing da 7/10 nel Rosso), incentrate sulla zona dei grandi vulcani marziani. Interessante, a mio modo di vedere (oserei dire quasi impressionante), la velocità con cui le nubi orografiche si evolvono, particolarmente in quelle zone del pianeta rosso.

Si vedono, probabilmente, foschie nelle zone più depresse e nubi orografiche vicino alle vette più alte dei vulcani. Le nubi orografiche si formano prevalentemente quando masse d’aria sospinte dai venti sono costrette a risalire lungo i fianchi delle montagne fino a raggiungere le più alte quote dove il vapore acqueo passa allo stato solido, formando nuvole di cristalli di ghiaccio (da qui il colore bianchissimo simile alla calotta polare). Nel caso in questione di Marte, questi rilievi sono i vulcani delle regioni di Tharsis e Elysium, i più grandi del Sistema Solare tra i quali spicca, come detto nella mia precedente immagine marziana pubblicata (del 9 maggio u.s.), il Mons Olympus che con i suoi circa 27.000 metri massimi è la più alta montagna conosciuta del nostro sistema solare.

Inserisco anche le singole riprese con i canali Rosso, Verde e Blu  in evidenza. Sono tutte coppie di tre riprese da 90″ ciascuna elaborate con Autostakkert2, somma del 10% dei frames totali, poi a loro volta sommati e de-rotati con WinJupos (in procedura di allineamento manuale). Infine le somme dei tre R, tre G e tre B sono state a loro volta de-rotate e fuse insieme per comporre la tricromia RGB.

Ovviamente….. ad maiora semper !     😉

Dettagli tecnici:

Celestron C14 Starbright ad F/36 – Baader-Zeiss barlow 2X – Filtri RGB Baader – Camera PGR Flea3M – Ruota portafiltri Atik EFW2 – Seeing da 6 a 7/10 canale Rosso,  da 6 a 6,5/10 per il Verde e da 5,5 a 6/10 per il Blu .

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